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L’UE sfida la Cina su 5G e auto elettriche

Politica - Luglio 11, 2023

La Commissione europea si prepara ad affrontare Pechino su due pilastri della transizione verde tanto auspicata dal mondo negli ultimi mesi.

Secondo la Comunità Europea, le aziende Huawei e ZTE mettono letteralmente a rischio la sicurezza degli utenti, soprattutto in relazione alla mobilità, sulla quale si stanno valutando i dazi già ipotizzati nel corso dello scorso anno. La Commissione europea, nella strategia adottata per evitare qualsiasi rischio, si sta preparando a confrontarsi con la Cina su due elementi considerati molto rilevanti relativi alla transizione verde e digitale come la rete 5G e le auto elettriche con tutte le conseguenze legate alla loro produzione e commercializzazione, soprattutto nel vecchio continente.

I colossi cinesi delle telecomunicazioni, Huawei e ZTE, sono al centro del braccio di ferro per il dominio sul 5G e, per l’attuale esecutivo europeo, rappresentano dei rischi per la sicurezza dell’Unione Europea, tanto da rischiare probabilmente un divieto totale delle loro forniture, con l’esclusione anche di eventuali finanziamenti e progetti da parte dell’Unione Europea. Sulla base della grande quantità di informazioni raccolte e rese disponibili nelle ultime settimane, la Commissione europea ritiene che Huawei e ZTE rappresentino effettivamente rischi materialmente più elevati rispetto ad altri fornitori di 5G, come evidenziato da un documento ufficiale di analisi dei dati. La Commissione adotterà pertanto misure per evitare l’esposizione delle sue comunicazioni aziendali alle reti mobili che utilizzano Huawei e ZTE come fornitori.

Secondo il Parlamento europeo non è più possibile mantenere dipendenze critiche che potrebbero diventare controproducenti nelle dinamiche commerciali e di comunicazione di tutta l’Europa. Sarebbe una vulnerabilità troppo evidente e un rischio decisamente serio per tutta la sicurezza comune dell’Unione, come ha confermato il Commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, che ha anche convocato una conferenza stampa per annunciare le decisioni allo studio sulla situazione.

Oltre alla chiara presa di posizione della Commissione, su presunte pressioni della Francia, si sta valutando anche l’avvio ufficiale di un’indagine che potrebbe consentire a Bruxelles di imporre dazi commerciali su tutte le auto elettriche prodotte in Cina e destinate al mercato europeo. Secondo quanto rivelato da un politico francese, il governo di Parigi chiede una reazione da parte di Palazzo Berlaymont per proteggere il mercato dell’UE dai sussidi di Pechino al suo settore automobilistico a emissioni zero che, con tale potenza produttiva, potrebbe aumentare la dipendenza dell’Europa dal Paese asiatico in termini di tecnologie pulite, sempre più richieste in vista della transizione ecologica.

Lo stesso Breton, in qualità di commissario francese, si è detto molto favorevole ad aprire al più presto un’indagine antidumping sulle auto elettriche provenienti dalla Cina. Il timore espresso dalla Commissione, oltre che alla concorrenza sleale, è legato anche alla possibilità che la Cina si appropri di una fetta importante del mercato automobilistico europeo, come è già successo nel mercato dei pannelli fotovoltaici attualmente monopolizzato dai prodotti di Pechino.

Tuttavia, i Paesi europei come la Germania temono che il governo cinese possa rispondere a qualsiasi tariffa dell’UE con contromisure di portata analoga, a scapito delle aziende europee che esportano in Cina. Una questione così controversa potrebbe quindi portare a una spaccatura all’interno dell’alleanza tra Germania e Francia al prossimo Consiglio europeo. Una prima linea guida presentata dalla Commissione sull’annosa questione della tecnologia cinese esportata in Europa dovrebbe invece arrivare la prossima settimana, quando l’esecutivo comunitario svelerà finalmente il suo piano per la sicurezza economica, che ha l’obiettivo, tra le altre cose, di ridurre il rischio di nuove dipendenze da potenze straniere ritenute contrarie al mercato dell’UE.