fbpx

Ambizioni dell’UE: Aumento di 10 volte della produzione di biometano entro il 2030

Energia - Gennaio 24, 2024

La crisi energetica sembra essere finita: i Paesi europei hanno ottenuto una vittoria nella battaglia per ridurre la dipendenza dal gas russo. Nonostante i timori espressi dagli scettici, gli impianti di stoccaggio di gas naturale dei Paesi dell’UE sono attualmente pieni per oltre l’80%, una quantità sufficiente a resistere per tutto l’inverno. Ma la lotta degli Stati membri per raggiungere una maggiore indipendenza energetica dalle importazioni da Paesi terzi e dalla deforestazione non è ancora finita. L’impatto del cambiamento climatico, sempre più sentito negli ultimi anni, unito alle immediate conseguenze energetiche della guerra in Ucraina, ha messo sotto pressione gli organismi europei, che negli ultimi due anni sono riusciti a elaborare piani d’azione concreti e un pacchetto legislativo coerente a sostegno della politica verde europea. Uno dei loro punti chiave è l’adozione diffusa di fonti energetiche rinnovabili e, in particolare, la sostituzione del gas metano con biometano e idrogeno. Le ambizioni dell’Unione Europea di aumentare la produzione di biometano nei prossimi decenni, sostenute dalle associazioni di aziende europee del settore, parlano di una produzione di 35 miliardi di metri cubi di biometano entro il 2030. È noto che attualmente nell’UE vengono prodotti solo 3 miliardi di metri cubi di biometano. Per portarla a 35 miliardi di metri cubi, ossia dieci volte la produzione attuale, gli esperti affermano che non solo è necessario aumentare le materie prime, ma anche costruire circa 5.000 nuovi impianti di biometano. Per quanto riguarda l’idrogeno, la sua produzione è oggi ancora meno sviluppata del biometano in Europa.

Il piano REPowerEU, lanciato dalla Commissione europea all’inizio del 2022, è stato adottato dopo che il Consiglio e il Parlamento lo hanno approvato rapidamente, nel giro di pochi mesi, ed è stato integrato/concentrato nel giro di pochi mesi l’anno scorso con il pacchetto legislativo Fit for 55. Questi sono stati concepiti per sostenere il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici europei, ma anche per garantire la sicurezza e l’indipendenza energetica a lungo termine dell’UE. Risparmiare energia, diversificare le fonti e produrre energia pulita per ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili – in particolare il gas naturale russo – sono solo alcuni degli obiettivi di REPowerEU, che offre una visione per il futuro dell’intero settore energetico europeo. Per raggiungere questi obiettivi, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico sul finanziamento di REPowerEU, consentendo agli Stati membri di includere misure specifiche di REPowerEU nei loro piani di ripresa e resilienza. A tal fine, gli Stati membri hanno a disposizione un generoso fondo di 20 miliardi di euro, attinto dal bilancio della politica di coesione dell’UE, dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, dal Meccanismo per collegare l’Europa, dal Fondo per l’innovazione, da finanziamenti nazionali ed europei, da investimenti privati e dalla Banca europea per gli investimenti.

Romania: i fondi NERP per la riabilitazione termica degli edifici, non per lo sviluppo di infrastrutture energetiche verdi

La Romania riceve dal fondo 1,4 miliardi di euro in sovvenzioni a fondo perduto. Il piano UE REPower della Romania, integrato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, che il governo di Bucarest non ha ancora ricevuto l’approvazione della Commissione europea, include solo progetti per la riabilitazione energetica degli edifici, che è un’altra componente del piano europeo. In altre parole, il governo di Bucarest non ha intenzione di investire – almeno fino al 2026, quando dovrebbe concludere i progetti finanziati dal PNRR – un solo euro nella creazione e nello sviluppo delle infrastrutture necessarie a produrre energia “verde”.

Il pacchetto Fit for 55, che sostiene gli ambiziosi obiettivi di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990) e di raggiungere la neutralità di CO2 entro il 2050, adottato come complemento a REPowerEU alla fine dello scorso anno, stabilisce norme comuni per i mercati interni del gas rinnovabile, del gas naturale e dell’idrogeno. Queste norme creano il quadro legislativo necessario per organizzare la transizione del settore del gas verso gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, in particolare biometano e idrogeno. Il Fit for 55 fornisce il quadro normativo per le infrastrutture e i mercati dell’idrogeno e prevede l’istituzione di un’entità europea separata per i gestori di reti di idrogeno, distinta da quella dei trasportatori di gas. Come approccio generale, la miscelazione dell’idrogeno nel sistema del gas naturale è stata fissata entro un limite del 2% in volume per garantire una qualità armonizzata del gas.

Tuttavia, affinché la produzione di idrogeno e biometano possa sostituire con successo le importazioni di gas e, in ultima analisi, la sostituzione del gas, i Paesi europei dovranno effettuare investimenti sostanziali. Il biometano – ottenuto dalla purificazione del biogas – è già utilizzato da diversi anni, soprattutto come combustibile nelle grandi aziende agricole. In Germania, ad esempio, un Paese che ha sviluppato questo settore, il biometano copre l’1% della domanda di gas, ma solo una piccola parte della quantità prodotta viene immessa nella rete.

Sebbene la produzione di biogas sia attualmente efficiente solo nelle grandi aziende agricole, in futuro, con gli investimenti nella tecnologia di produzione, questo nuovo settore biotecnologico porterà altri benefici oltre alla produzione di biometano. Il digestato – il materiale proveniente dai digestori di gas – potrà sostituire su larga scala i fertilizzanti sintetici, sempre più costosi e dannosi per l’ambiente.