
L’agenzia Polling Europe, nel periodo tra il 14 e il 24 marzo 2025, ha condotto un sondaggio per ECR in merito alla percezione delle relazioni dei partiti europei con Donald Trump. Un tema molto interessante, soprattutto alla luce della situazione internazionale venutasi a creare con l’indicazione – e poi la sospensione temporanea – dei dazi commerciali da parte del Presidente USA.
IL SONDAGGIO
La ricerca è stata condotta online su un campione rappresentativo (5.006 interviste) di cittadini maggiorenni dell’Unione divisa in cinque aree di analisi: Germania, Francia, Europa centrale e orientale (Stati baltici, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Slovenia), Nord Europa (Svezia, Danimarca, Finlandia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Irlanda, Austria) e Sud Europa (Spagna, Italia, Portogallo, Grecia, Malta, Cipro). Infine, sono stati raccolti dati separati – ma comunque contenuti anche all’interno dell’area di appartenenza – per tre nazioni: Italia, Spagna e Polonia. Bisogna inoltre sottolineare che le domande riguardanti le famiglie politiche europee non sottendono una conoscenza così precisa della politica e delle Istituzioni Europee da parte degli intervistati. Per la realizzazione del sondaggio si è, infatti, utilizzata l’indicazione di voto nei confronti delle forze politiche nazionali, così da riorientare la posizione a livello europeo.
PERCENTUALI PIÙ ALTE VERSO DESTRA
Partendo dalla prima domanda del sondaggio è facile dare una prima descrizione delle risposte degli intervistati. È subito palese che, secondo le risposte date nelle interviste, sarebbero i partiti di destra ad essere più legati a Trump, intrattenendo con lui relazioni migliori. In prima posizione, con il 26% delle indicazioni (ogni intervistato poteva dare due diverse opzioni), ci sono i Patrioti, con al loro interno, solo per citarne alcuni, partiti come il francese Rassemblement National o gli spagnoli di Vox. Al 24% ci sono i sovranisti, come AFD in Germania o Reconquete in Francia. I conservatori di ECR si attestano nella terza posizione di questa classifica al 17%. Partiti come Fratelli d’Italia vengono, quindi, visti tra quelli più indicati nell’intessere relazioni con il tycoon, anche se l’identificazione del Presidente Trump con posizioni più estreme fa pesare la bilancia più verso partiti di estrema destra. La disposizione dei dati è chiara, con il vertice più basso occupato dai verdi. Difficile, infatti, che questi partiti politici possano trovare un punto di contatto con le politiche di Trump, soprattutto dal punto di vista della lotta al cambiamento climatico.
ITALIA E POLONIA TRAINANO ECR
Guardando più nel dettaglio la distribuzione geografica di questi dati, vediamo come il dato che ha consegnato la percentuale più alta dei Patrioti europei viene trainato principalmente dai Paesi del Sud dell’Europa (38%), dagli intervistati in Francia (37%) e soprattutto in Spagna (53%). In Italia, il dato più alto lo conquista ECR (38%): un risultato sicuramente portato dalla domanda sull’intenzione di voto, in questo caso legata a Fratelli d’Italia della leader Giorgia Meloni. La sensazione generale degli intervistati è, quindi, quella secondo cui per tematiche e posizione sarebbe più facile per i partiti populisti e di estrema destra interloquire con Donald Trump. Il dato che per l’Italia si differenzia è sicuramente riconducibile alla relazione personale costruita dalla Leder Meloni (Fratelli d’Italia e, quindi, ECR) con il Presidente USA. Unica leader europea presente il giorno dell’insediamento con una folta delegazione di ECR, Meloni ha sicuramente costruito un rapporto con il tycoon che, in patria, è riconosciuto e identificato come un ottimo strumento per tessere relazioni importanti tra le due sponde dell’Atlantico. Altro dato trainante è quello della Polonia. In questo caso il legame è quello con Mateusz Morawiecki, nuovo leader di ECR dal 2025 ed ex Capo del Governo polacco.
IL LIMITE DELLA CONSAPEVOLEZZA
In conclusione, c’è da segnalare un dato allarmante legato a chi tra gli intervistati non ha saputo dare una risposta. Si tratta di percentuali altissime, che nel caso dell’Europa orientale toccano il 46% degli intervistati. Un dato che dimostra ancora una volta quanto la politica europea e quella internazionale siano distanti dal quotidiano dei cittadini dei singoli Stati membri, più attenti alla politica interna e alle vicissitudini nazionali piuttosto che ai temi europei o alle relazioni in campo internazionale.