
Tra il 14 e il 24 marzo 2025 l’agenzia Polling Europe ha condotto un sondaggio per ECR su due tematiche molto interessanti e soprattutto centrali nel dibattito nazionale e internazionale, in particolare dopo gli ultimi sviluppi legati ai dazi commerciali imposti dal Presidente degli Stati Uniti nei confronti del resto del mondo. I due temi principali, articolati su diversi quesiti che poi analizzeremo, riguardano in prima battuta la percezione che i cittadini dei vari Stati membri dell’Unione Europea hanno del proprio sistema giudiziario, per poi passare all’analisi delle relazioni dell’Unione con il Presidente Donald Trump.
LA METODOLOGIA DEL SONDAGGIO
Per comprendere meglio alcuni dei dati contenuti nel report è bene partire dall’impianto metodologico alla base del sondaggio che è stato condotto online su un campione rappresentativo dei cittadini dell’Unione Europea che hanno superato i diciotto anni. In totale, durante i dieci giorni di somministrazione delle domande, sono state condotte 5.006 interviste, che hanno visto una distribuzione tra i 27 Stati membri in quote proporzionali al peso quantitativo degli abitanti e distribuite equamente per sesso ed età (tenendo conto dei dati più recenti pubblicati da Eurostat). Naturalmente, sono stati necessari alcuni aggiustamenti e la divisione dell’Unione in cinque aree di analisi: Germania, Francia, Europa centrale e orientale (Stati baltici, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Slovenia), Nord Europa (Svezia, Danimarca, Finlandia, Belgio, Paesi Bassi, Lux., Irlanda, Austria) e Sud Europa (Spagna, Italia, Portogallo, Grecia, Malta, Cipro). Infine, sono stati raccolti dati separati (ma comunque contenuti anche all’interno dell’area di appartenenza) per tre nazioni: l’Italia, la Spagna e la Polonia. Comprendere bene quali siano le suddivisioni effettuate è utile ai fini di un’analisi approfondita, anche in base ai rapporti e alle dinamiche di medio e lungo periodo intercorsi tra gli Stati e sul fronte interno. Tra i dati che andremo ad analizzare ce ne sono alcuni che riguardano i gruppi politici europei. Analizzare il metodo di lavoro utilizzato è utile anche per non cadere nell’errore di pensare che gli oltre cinquemila cittadini intervistati conoscano così approfonditamente la politica dell’Unione Europea da comprendere appieno le grandi famiglie politiche e i loro caratteri specifici e caratterizzanti. Infatti, quando nel sondaggio si parla di elettori dei gruppi politici europei, si deve tenere conto che per ogni Paese membro i cittadini sono stati intervistati sulle loro intenzioni di voto riguardo i partiti nazionali, per poi procedere ad una ricodifica dei dati declinandoli sulla famiglia politica europea di appartenenza.
LA GIUSTIZIA E IL SISTEMA GIUDIZIARIO
L’analisi, in questo primo frangente, si è concentrata in particolare sull’indipendenza della giustizia nei diversi Paesi membri dell’Unione Europea. La domanda ha riguardato la giustizia, i giudici e la percezione dei cittadini sulla loro dipendenza o meno dall’ingerenza delle forze politiche presenti sul fronte interno dei singoli Paesi. Guardando al dato grezzo, prima di affinare l’analisi sui singoli casi possiamo affermare con una certa sicurezza che la maggioranza dei cittadini europei non crede nella completa indipendenza dei giudici e del sistema giudiziario del proprio Paese. Il 57%, infatti, ritiene che esista una qualche forma di condizionamento da parte delle forze politiche, mentre solo il 36% ne professa l’indipendenza.
L’INDIPENDENZA DI GIUDICI E GIUSTIZIA
Osservando la disposizione dei dati tra le nazioni e le zone interessate dall’analisi, possiamo facilmente rilevare un assottigliamento sulle frange estreme, e cioè relativamente alla posizione di “completa indipendenza” dei giudici e del sistema giudiziario, e quella di “completo condizionamento” da parte delle forze politiche, mentre la distribuzione si concentra maggiormente sulla posizione di “largamente indipendente”, che comunque resta minoritaria, e su quella di “parzialmente condizionato”, che concorre a formare la maggioranza del 57%. Il Paese che maggiormente crede nel condizionamento del proprio sistema giudiziario risulta essere la Spagna: infatti, il 74% degli intervistati si è posizionato su risposte legate ad un parziale o un completo condizionamento. Segue con il 68% l’area del Sud Europa (un dato sicuramente trainato da quello italiano e spagnolo), con il 66% quella dell’Europa centrale e orientale (dato che comprende anche quello polacco) e al pari con il 63% gli intervistati di Polonia e Italia. Il sistema giudiziario e i giudici vengono considerati maggiormente indipendenti in Germania (con il 49%), nell’area del Nord Europa (44%) e in Francia (con il 40%).
QUANTO INCIDE L’APPARTENENZA POLITICA?
Il sondaggio proposto da Polling Europe punta poi a dare un’appartenenza politica a questi dati, suddividendo le risposte anche in base alla famiglia politica europea di appartenenza degli intervistati. In questo modo è facile rilevare come le percentuali di chi si schiera per la completa indipendenza del sistema giuridico sia da ricercare nei verdi (47%), in Renew Europe (48%) e nell’EPP (43%). Percentuali che vengono però scalzate da quelle dell’ECR (73%), dei Patrioti europei (68%) e di ESN (71%), che invece puntano il dito in direzione del condizionamento politico di giudici e sistema giudiziario.
LA FIDUCIA NEL SISTEMA DI GIUSTIZIA
Altra domanda presente all’interno di questa prima sezione del sondaggio riguarda la fiducia nei confronti del sistema giudiziario. Anche qui le percentuali sono spostate verso delle posizioni di sfiducia con il 50% degli intervistati, a fronte di un 46% che invece ripone la sua fiducia nei giudici e nel sistema politico del suo Paese. Questo anche a fronte di un dato discrepante rispetto alla quantità di intervistati che ritengono ci sia un’ingerenza politica nel sistema.
Anche in questo caso, guardando la distribuzione dei dati, si nota un assottigliamento nelle fasce che rappresentano le posizioni estreme, mentre il dato che rappresenta la massima fiducia nei confronti del sistema giudiziario arriva dalla Germania, con una percentuale del 55%. Scettici nei confronti delle reali funzionalità del sistema risultano essere i Paesi dell’Europa centrale e orientale (60%) e ancora una volta la Spagna (58%). Una sfiducia, quella del Paese iberico, che si evince in tutte le domande fin qui esposte.
IL DIVARIO TRA PROGRESSISTI E CONSERVATORI
Anche in questo caso, gli intervistati sono stati poi interrogati sulle intenzioni di voto in ambito nazionale, così da codificare il dato nelle famiglie europee di appartenenza. Come già successo con la prima domanda, un maggiore scetticismo arriva dai gruppi conservatori, populisti e dell’estrema destra, in particolare con ECR al 68%, i Patrioti al 63% e ESN al 67%. Maggiore fiducia viene invece espressa spostandosi verso sinistra, ancora una volta con i Verdi (60%), EPP e il Partito dei Socialisti Europei S&D al 57%.
In ultima analisi è chiaro che la fiducia nel sistema giudiziario e nell’indipendenza dei giudici varia sicuramente in base all’orientamento politico degli intervistati e alla provenienza geografica. In particolare, sembrano essere i Paesi membri dell’Unione Europea nel Nord ad essere maggiormente fiduciosi nella qualità del loro sistema giudiziario. Allo stesso tempo nell’Est e nel Sud ci sono i Paesi più scettici. Una separazione che riguarda anche l’appartenenza politica, con le famiglie europee più euroscettiche che tendono a guardare con sfiducia all’operato della giustizia, mentre gli intervistati più vicini a posizione progressiste puntano a credere maggiormente nell’indipendenza dei giudici. Si tratta di posizioni facilmente ascrivibili anche alle specificità nazionali e alle vicende che, negli ultimi anni, possono aver caratterizzato i singoli Stati membri e i loro sistemi giudiziari. Eclatanti casi di corruzione o di errori giudiziari possono essere alla base di una risposta negativa in termini di fiducia, mentre una lunga tradizione giudiziaria e un sistema considerato stabile e lontano da possibilità di ingerenza esterna (che sia politica o di altra natura) certamente porta l’intervistato a considerare con maggiore fiducia l’operato e l’indipendenza dei giudici.