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Roma torna capitale del Mediterraneo con il premier Giorgia Meloni

Commercio ed Economia - Agosto 9, 2023

Il processo di Roma per garantire lo sviluppo dell’Africa e le relazioni con l’Europa.

L’importanza storica di Roma è indiscutibile: capitale dell’Impero Romano, centro della cristianità e luogo di nascita di gran parte dell’odierna civiltà occidentale. Il suo ruolo storico, tra le tante ragioni, è dovuto anche alla sua posizione geografica, essendo al centro del Mar Mediterraneo, che per millenni ha fatto da ponte tra Europa e Africa, unendo popoli e culture.

Non sorprende, quindi, che il Governo Meloni si stia impegnando per ripristinare il ruolo centrale di Roma e, di conseguenza, dell’Italia. In questo contesto, spiccano due eventi significativi: il Vertice della FAO e, soprattutto, la Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni. Mentre il primo è un evento organizzato dalle Nazioni Unite con evidenti implicazioni per il rapporto tra Europa e Africa, il secondo è un’iniziativa del Governo volta a mettere in rete la governance politica ed economica dei Paesi partner del Mediterraneo per discutere dello sviluppo di una regione cruciale.

Per citare alcuni partecipanti, erano presenti i capi di Stato di Tunisia, Cipro e Mauritania, oltre ai primi ministri di Libia, Etiopia, Egitto, Malta e Algeria. Hanno partecipato anche i ministri degli Esteri di Marocco e Turchia e il ministro greco per le Migrazioni. Le istituzioni europee di alto livello erano rappresentate da Ursula von der Leyen e Charles Michel. Il mondo arabo è stato ben rappresentato sia dal punto di vista politico (in particolare con la presenza del capo di Stato degli Emirati Arabi Uniti) che da quello economico, come dimostra la presenza del direttore generale del Fondo arabo per lo sviluppo economico e sociale e del presidente della Banca islamica di sviluppo.

Il progetto della Meloni è chiaro: intraprendere un percorso internazionale finalizzato alla progettazione e all’attuazione di misure concrete che, da un lato, favoriscano la crescita e lo sviluppo della cruciale regione mediterranea e, più in generale, dell’intero continente africano e, dall’altro, consentano una graduale riduzione dei flussi migratori per un maggior benessere della popolazione africana. Il tutto allontanandosi dalla logica postcoloniale che può aver influenzato le precedenti relazioni bilaterali tra Stati europei e Paesi africani.

“Oggi inizia il Processo di Roma, che deve rafforzare il dialogo tra noi, rimanendo sempre aperto. Voglio essere chiara: oggi inauguriamo un dialogo tra pari, basato sul rispetto reciproco. Il rapporto tra Europa e Mediterraneo non è e non può essere un rapporto di competizione”, afferma Giorgia Meloni, rilanciando il dialogo sulle migrazioni. “Abbiamo spesso affrontato la questione della migrazione e dell’immigrazione clandestina come qualcosa che contrappone i Paesi di origine e di transito a quelli di destinazione. Ma non è così. L’immigrazione clandestina di massa danneggia tutti; nessuno ne trae vantaggio, tranne le organizzazioni criminali che approfittano della vulnerabilità dei più deboli. La cosa più importante di tutte è creare un’ampia cooperazione per sostenere lo sviluppo in Africa e nei Paesi di origine, affrontando le radici e le cause profonde delle migrazioni”.

Le proposte emerse dall’incontro con le istituzioni arabo-africane sono chiarissime: rafforzare la collaborazione tra forze di polizia e autorità giudiziarie per identificare e perseguire i trafficanti di esseri umani; aggiornare la legislazione; coordinare le strutture di intelligence per identificare le reti criminali; fornire nuove opportunità di migrazione legale che si prendano cura del destino di chi arriva nei Paesi europei con l’intenzione di costruire il proprio futuro.

Nonostante alcune controversie relative alla migrazione, il governo Meloni ha fatto notevoli passi avanti in questa direzione. In primo luogo, ha emanato un decreto triennale sull’immigrazione, aumentando contemporaneamente le quote di ingressi legali. Inoltre, anche se non ancora formalmente sanzionate, sono state previste quote aggiuntive per i Paesi che collaborano con l’Italia per bloccare le partenze illegali. Inoltre, saranno assegnati posti extra per tutti i lavoratori che si sottoporranno a corsi di formazione prima della partenza. Questo progetto richiede forza istituzionale (quindi l’invito e la partecipazione di istituzioni comunitarie e sovranazionali) e risorse finanziarie, che possono essere fornite da fondi di investimento e banche che hanno una presenza significativa in Africa. Una sfida che deve essere vinta.