fbpx

I lavoratori extracomunitari restano una risorsa vitale per l’agricoltura europea

Commercio ed Economia - Settembre 12, 2023

Tra nuove regole e aperture da parte della Commissione europea, i lavoratori agricoli di altri continenti restano protagonisti del dibattito politico

L’agricoltura è sempre stata uno dei settori economici fondamentali per qualsiasi nazione, in quanto fornisce cibo, materie prime e occupazione. In Europa, la produzione agricola è sottoposta a sfide costanti, tra cui i cambiamenti climatici, le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e la necessità di garantire la sicurezza alimentare a una popolazione in costante crescita; in questo contesto, i lavoratori agricoli extracomunitari hanno acquisito un ruolo sempre più importante, diventando una risorsa vitale per l’industria agricola europea.

L’Unione europea (UE) ospita un’ampia popolazione di lavoratori agricoli extracomunitari provenienti da diverse parti del mondo, tra cui paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Questi lavoratori svolgono una serie di compiti essenziali nel settore agricolo, come piantare, raccogliere, potare e curare le colture e la loro proverbiale dedizione al lavoro ha sempre avuto un impatto significativo sulla produzione e sulla competitività dell’agricoltura europea. Uno dei motivi principali per cui i lavoratori agricoli extracomunitari sono diventati così indispensabili è la mancanza di manodopera locale disponibile per svolgere queste mansioni a causa dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione che hanno spesso portato alla migrazione delle popolazioni rurali verso le città, lasciando vuoti nelle comunità agricole. Inoltre, alcuni lavori agricoli richiedono competenze e conoscenze specifiche che possono essere acquisite solo attraverso l’esperienza diretta sul campo, che i lavoratori extracomunitari spesso includono nelle loro esperienze professionali e, con queste competenze, contribuiscono a mantenere la produttività agricola.

Tuttavia, la presenza di lavoratori agricoli extracomunitari nell’UE solleva anche questioni complesse, tra cui i diritti dei lavoratori, la protezione sociale e l’integrazione nella società ospitante. È fondamentale garantire che questi lavoratori siano trattati in modo equo e con tutti i diritti garantiti, con condizioni di lavoro dignitose e salari adeguati. Misure come contratti di lavoro chiari, accesso all’assistenza sanitaria e inclusione nei sistemi di sicurezza sociale sono essenziali per garantire il benessere dei lavoratori agricoli non comunitari. L’integrazione culturale è un altro aspetto importante quando si ha a che fare con lavoratori agricoli provenienti da altri continenti, poiché spesso si trovano lontani dalle loro famiglie e dalle loro radici storiche e possono trovarsi ad affrontare sfide nel tentativo di adattarsi a nuovi ambienti. Le comunità e le organizzazioni locali possono svolgere un ruolo cruciale nell’aiutare questi lavoratori a sentirsi accolti e sostenuti. Iniziative come corsi di lingua, programmi di orientamento ed eventi culturali possono favorire l’integrazione e creare legami positivi tra le diverse comunità coinvolte.

La politica dell’UE in materia di immigrazione e lavoro stagionale svolge un ruolo fondamentale nella regolamentazione dei lavoratori agricoli non comunitari. I programmi di lavoro temporaneo e i visti speciali consentono ai lavoratori di entrare nell’UE per periodi limitati, al fine di soddisfare le esigenze stagionali dell’agricoltura; tuttavia, è importante garantire che queste politiche siano equilibrate e non portino ad abusi o all’esclusione dei lavoratori, come già accaduto in passato. Una supervisione accurata, insieme a meccanismi di controllo adeguati, può aiutare a prevenire pratiche di impiego illegali o sleali.

È interessante notare che alcuni Paesi europei hanno adottato approcci diversi all’assunzione di lavoratori agricoli extracomunitari: mentre alcune nazioni preferiscono assumere lavoratori stagionali solo in caso di carenza di manodopera locale, altri Paesi hanno creato schemi più strutturati per consentire l’ingresso e il lavoro su base regolare. Affrontare le sfide legate ai diritti del lavoro, alla protezione sociale e all’inclusione sarà fondamentale per garantire un ambiente di lavoro equo e sostenibile. Con politiche ben disegnate e un impegno congiunto di istituzioni e società civile, è possibile massimizzare i benefici derivanti dalla presenza di lavoratori agricoli extracomunitari, creando un equilibrio tra le esigenze dell’agricoltura e i diritti umani fondamentali. Finché non ci saranno programmi comunitari in grado di avvicinare i giovani europei al lavoro agricolo, il supporto professionale dei cittadini extracomunitari rimane indispensabile.

L’Italia, di fronte all’emergenza degli sbarchi clandestini, è in prima linea per una seria politica di regolarizzazione dei flussi per i cittadini extracomunitari che vogliono lavorare nel settore agricolo, sia in modo stagionale che a lungo termine. Per questo motivo si sta adoperando per la riattivazione di una politica di flussi controllati che consenta la regolarizzazione sia contrattuale che legale di coloro che richiedono l’ingresso per questi motivi.