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Il Parlamento europeo approva la riforma del mercato dell’energia elettrica

Energia - Aprile 25, 2024

La scorsa settimana il Parlamento Europeo ha votato per approvare la riforma del mercato dell’elettricità. Per fare un esempio, la Commissione Europea ha presentato un pacchetto di riforme del mercato dell’energia elettrica dell’UE nel marzo 2023, motivato dagli effetti della crisi energetica del 2021-2022 causata dalla ripresa economica post-pandemia e dall’invasione russa dell’Ucraina, che ha portato a una volatilità e a un’impennata dei prezzi dell’energia e ha afflitto i clienti e l’industria europei. Di conseguenza, la Commissione ha presentato un pacchetto che comprende la revisione di diversi atti legislativi chiave, tra cui il Regolamento Elettricitàb, la Direttiva Elettricità, la Direttiva sulle Energie Rinnovabili e il Regolamento REMIT, con l’obiettivo generale di colmare le lacune nella struttura del mercato europeo dell’elettricità, rendere le bollette energetiche meno dipendenti dai prezzi dei combustibili fossili e proteggere i consumatori e l’industria dalla volatilità dei prezzi dell’elettricità. Inoltre, ha cercato di incentivare l’accelerazione della diffusione delle energie rinnovabili.

Il dossier legislativo è stato assegnato alla Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia (ITRE) del Parlamento europeo, che ha votato per adottare la sua posizione nel luglio 2023. Successivamente, la Plenaria del Parlamento Europeo ha votato per adottare la sua posizione nel settembre 2023. Da parte sua, il Consiglio dell’UE ha adottato il suo “approccio generale” (il mandato negoziale, come si dice nel gergo di Bruxelles) nell’ottobre 2023. Successivamente, i rappresentanti della Presidenza spagnola del Consiglio dell’UE, del Parlamento europeo e della Commissione europea sono riusciti ad avviare i negoziati interistituzionali (“triloghi”, come vengono chiamati a Bruxelles) per raggiungere un accordo su un testo comune. I negoziati a tre si sono conclusi a dicembre con un accordo, ora soggetto all’approvazione formale dei due colegislatori.

È in questo contesto che il Parlamento europeo ha votato la scorsa settimana per ratificare l’accordo raggiunto in sede di trilogo. I deputati hanno votato per approvare il testo concordato per il nuovo regolamento con 433 voti a favore, 140 voti contrari e 15 astensioni e, nel caso della nuova direttiva, con 473 voti a favore, 80 contrari e 27 astensioni. Il passo successivo è la ratifica della legislazione da parte del Consiglio.

Qui di seguito è riportato un riepilogo delle disposizioni più rilevanti della nuova legislazione. Secondo il relatore della legge, l’eurodeputato spagnolo S&D Nicolás González Casares, la riforma “mette i cittadini in prima linea nella progettazione del mercato dell’energia elettrica”, in modo da “democratizzare l’energia”, “proteggere i cittadini”, accelerare “la diffusione delle fonti di energia rinnovabile” e creare una “progettazione del mercato che risponda ai fallimenti evidenziati dalla crisi energetica”.

Uno dei modi principali in cui la riforma del mercato dell’energia elettrica affronta questi problemi e protegge i consumatori dalla volatilità dei prezzi è quello di offrire loro una maggiore gamma di contratti, come quelli a prezzo fisso e quelli a prezzo dinamico, oltre a richiedere che vengano fornite ai clienti informazioni sulle diverse opzioni prima di sottoscriverle. Come esempio rilevante per l’industria, la legislazione prevede di facilitare la diffusione di contratti a lungo termine più stabili tra clienti e fornitori, come gli Accordi di Acquisto di Energia (PPA), che consentono alle aziende di stabilire la propria fornitura diretta di energia per beneficiare di prezzi più stabili di energia rinnovabile e non da combustibili fossili.

Inoltre, la legislazione stabilisce misure per incoraggiare gli investimenti nel settore energetico, in modo da garantire ai produttori di energia elettrica la stabilità delle entrate e al contempo proteggere l’industria dalla volatilità dei prezzi. Uno dei modi in cui la legislazione cerca di raggiungere questo obiettivo è l’utilizzo di Contratti per differenza (CfD) a due vie per gli investimenti pubblici nella nuova generazione di energia elettrica rinnovabile e non fossile. Con i CfD, le istituzioni pubbliche compenserebbero i produttori di energia in caso di forte calo dei prezzi di mercato, ma se i prezzi aumentassero eccessivamente, parte dei ricavi verrebbe raccolta e ridistribuita (anche ai clienti finali o per finanziare schemi di sostegno diretto ai prezzi o investimenti per ridurre i costi dell’elettricità).

Inoltre, la normativa conferisce al Consiglio il potere di dichiarare una crisi dei prezzi dell’elettricità, sulla base di una proposta della Commissione, che consentirebbe agli Stati membri di adottare misure temporanee per fissare i prezzi dell’elettricità per le PMI e per i consumatori industriali ad alta intensità energetica.

La riforma contiene alcune proposte interessanti che contribuiranno a stabilizzare le bollette dell’elettricità e a prevenire enormi picchi se l’Europa dovesse essere colpita da un’altra crisi energetica della portata di quella del 2021-2022. Tuttavia, è molto meno ambizioso di quello che molti avevano inizialmente sperato. In effetti, molte voci come quella del Ministro spagnolo per la Transizione Ecologica (che è stato coinvolto in gran parte dei negoziati durante il periodo di presidenza spagnola del Consiglio) avevano sperato di cambiare il cosiddetto “sistema di ordine di merito” e di disaccoppiare i prezzi dell’elettricità da quelli dei combustibili fossili. La legislazione concordata è ben lontana da una revisione radicale come quella che Spagna e Francia avevano richiesto. Inoltre, l’Unione Europea dovrà continuare a lavorare per garantire un approvvigionamento sicuro, sostenibile e diversificato di gas naturale.