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Incontro Meloni von der Leyen: “l’Italia in linea con la tabella di marcia per il PNRR”

Commercio ed Economia - Aprile 9, 2024

Il Governo Meloni centra un altro obiettivo sul fronte PNRR. Lo ha evidenziato anche la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, quando lo scorso 17 gennaio è stata in visita in Italia, a Forlì.“L’Italia è assolutamente in linea con la tabella di marcia per quello che riguarda l’attuazione del PNRR, la Commissione europea ha già erogato la quarta rata alla fine di dicembre. Questo significa che la metà dei fondi del Pnrr sono stati erogati e questa è una bellissima notizia”, ha comunicato von der Leyen durante il punto stampa tenutosi al termine dell’incontro bilaterale avuto con il Premier italiano. Le due leader si trovavano in Emilia Romagna per un summit su quanto accaduto nel maggio dello scorso anno: l’alluvione, che ha causato ingenti danni alla popolazione, non è stato l’unico tema trattato durante il colloquio durato oltre un’ora. Tra le altre “materie” prese in esame: il prossimo Consiglio europeo, la migrazione e la Conferenza Italia-Africa che ha avuto luogo il 28 gennaio.

 

Alluvione in Emilia Romagna: il sostegno dell’Europa

Durante il proprio intervento, von der Leyen non ha mancato di ricordare il sostegno dell’Europa alla stampa e alle altre personalità politiche presenti, tra cui il Presidente della Regione Bonaccini, il Sindaco Zattini, il Commissario Figliuolo, e il Ministro Fitto. “Quando sono venuta qui a maggio“, ha riferito

la Presidente della Commissione, “vi ho detto che dovevate rimanere forti e che l’Europa vi sarebbe stata a fianco. Adesso voglio dirvi che continueremo a stare al vostro fianco per tutto il tempo necessario alla vostra ripresa. Tin bota, l’Europa rimane con voi”. Inoltre, ha ricordato che, oltre all’evento in sé, l’UE lavora anche in termini di prevenzione e ha aperto un’importante parentesi sulla questione climatica.

“C’è un riscaldamento del Pianeta e gli eventi climatici diventeranno ancora più frequenti, per questo dobbiamo combattere il cambiamento climatico con la prevenzione. Quello che va bene per il clima, va bene anche per l’economia”. Un tema particolarmente sentito, lungamente trattato durante e dopo la COP28 dello scorso dicembre, in occasione della quale il Premier Meloni ha avuto incontri in tal senso interessanti con il Presidente della Repubblica di Turchia Recep Tayyip Erdoğan, il Presidente dello Stato d’Israele Isaac Herzog, il Primo Ministro del Libano Najib Miqati, il Presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan, il Presidente della Repubblica araba d’Egitto Abdelfattah al-Sisi e con il Primo Ministro del Giappone Fumio Kishida.

L’intervento di Ursula von der Leyen ha anche chiarito come l’Italia si stia muovendo con celerità sui fondi del PNRR.Non solo, dunque, per supportare l’Emilia Romagna – a cui sono destinati, come poi ha spiegato il Premier Meloni, “un ulteriore miliardo e 200 milioni di euro che si aggiungono alle risorse già stanziate dal Governo”- ma anche per concretizzare altri interventi strutturali per le regioni che hanno subito l’ostinazione di eventi climatici distruttivi.

Sul tema, durante la conferenza stampa, Meloni ha spiegato che le risorse, frutto di una vincente revisione, oltre a garantire la messa in sicurezza delle zone edificate e dei bacini idrografici esposti al rischio idrogeologico, faranno in modo anche che vengano applicate “azioni di risanamento ambientale e di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, garantendo un livello decisamente più elevato di controllo di gestione del rischio di alluvione, oltre al ripristino e la riqualificazione del patrimonio residenziale pubblico, delle strutture sociosanitarie, delle scuole, delle infrastrutture sportive, delle reti energetiche“. Dunque, un intervento a tutto tondo che stabilisce l’impegno dello Stato nell’individuare le criticità, correggere una gestione imprecisa e fornire ai cittadini servizi e strutture adeguate. Ma non finisce qui, perché c’è un altro elemento che va considerato nella concretizzazione del progetto. È un lavoro che, come ha specificato la stessa Meloni, deve essere portato avanti con celerità. “Il nostro crono-programma,” ha condiviso, ”

sarà un crono-programma che prevede l’individuazione di tutti gli interventi puntuali entro il terzo trimestre del 2024, l’aggiudicazione di tutti gli appalti entro il secondo trimestre del 2025 e il completamento del 90% delle opere entro la fine del 2026: vuol dire dover lavorare e lavorare velocemente“.

 

Ma l’Europa ha fatto di più: il Fondo europeo di solidarietà e le risorse messe in campo

Va poi ricordato che il supporto dell’UE non si è limitato alle risorse stanziate dal PNRR, ma vale anche per il Fondo europeo di solidarietà, argomento, tra le altre cose, ampiamente trattato durante la prima visita della Commissione Europea nel maggio dello scorso anno.

“Lì c’è un’istanza che è curata dal Dipartimento della Protezione Civile con il contributo, ovviamente, della Regione Emilia Romagna, che potrebbe portare un contributo aggiuntivo, se non vado errata, di 378 milioni di euro, ma già 95 sono stati molto velocemente anticipati dalla Commissione Europea. Quindi, un altro impegno importante del quale pure voglio fare stato perché siamo qui per portare risposte concrete”.

 

Il Piano Mattei

Il colloquio tra Meloni e von der Leyen ha poi esplorato altri argomenti attualissimi che vanno dal prossimo Consiglio Europeo – “molto importante, nel quale si torna a discutere della revisione del bilancio pluriennale, della revisione mid-term”e, chiaramente, del conflitto in Ucraina – alla migrazione e all’approccio messo in campo dall’Italia che intende lavorare su una dimensione esterna, anziché affrontare il problema quando è già tale.Infine, il Presidente del Consiglio italiano ha ringraziato Ursula von der Leyen perché di lì a pochi giorni avrebbe preso parte alla Conferenza Italia-Africa del 28 e 29 gennaio insieme a diversi Capi di Stato e di Governo africani,

“per continuare a parlare dell’approccio europeo, dell’approccio italiano con il Piano Mattei, confrontandoci con questi Paesi tramite un approccio nuovo, non predatorio, sicuramente un approccio da pari a pari che con queste Nazioni sa di poter costruire cose importanti nel lungo periodo”.Quanto al Piano Mattei, che intende andare a potenziare la rete tra Italia e stati africani e che ha già ottenuto il sì definitivo alla Camera (169 voti favorevoli, 119 contrari e 3 astenuti), è stato oggetto della Conferenza. Durante l’incontro, infatti, sono stati passati al vaglio i sette articoli che vanno a comporre la legge e si sono condivisi gli step e le strategie che saranno attuate nei quattro anni previsti dalla misura.

 

La Presidenza italiana del G7

D’altra parte, dal primo gennaio 2024 l’Italia ha assunto la Presidenza del G7, cosa che non solo la rende protagonista sul piano internazionale, ma che la qualifica ulteriormente per condividere opportunità e riflessioni sul tema della migrazione e della crescita di Stati come quelli africani. “La Presidenza avrà una naturale proiezione nel Mediterraneo“, ha spiegato il Vicepremier Antonio Tajani in merito alla Presidenza italiana del G7, “su

cui abbiamo la responsabilità di promuovere soluzioni che favoriscano pace e stabilità per l’intera regione, a partire dal conflitto attualmente in corso in Medio Oriente. Continueremo, inoltre, a sostenere convintamente l’Ucraina, anche sul fronte della ricostruzione”. Tajani ha poi posto in luce la centralità dei Balcani nel contesto internazionale, ricordano che si tratta di un’area che ha un’importanza strategica per quel che riguarda la stabilità dell’Europa; e la rilevanza, per l’appunto, dell’Africa,

“un continente con cui vogliamo promuovere partenariati paritari, efficaci e mutualmente vantaggiosi con i paesi africani, per la sicurezza e resilienza del continente”.In breve: pur avendo piena contezza di un’agenda fitta che richiede grande celerità e dinamismo, il Governo italiano riconosce che uno dei punti focali riguarda la rete da stringere con “i protagonisti globali”, oltre all’attenzione che dovrà essere posta sulla complessità delle sfide da affrontare. Un 2024 molto ricco che potrà ridefinire e ridisegnare rapporti, confini e approcci.