L’Europa non può permettersi governi che operano come schemi di assicurazione privata per chi è al potere. Né può ignorare la lenta corrosione istituzionale di uno dei suoi principali Stati membri quando tale corrosione è sistemica, persistente e politicamente protetta. Eppure è proprio questa la situazione della Spagna sotto il governo socialista di Pedro Sánchez.
Quella che sembra una serie improvvisata di scandali è meglio compresa come un unico ecosistema: cerchi sovrapposti di influenza, appalti, clientelismo e pressioni istituzionali, seguiti da uno sforzo sempre più aggressivo per delegittimare la supervisione. Il punto non è solo che le accuse di corruzione esistono; è che, considerate nel loro insieme, suggeriscono un modello di governance ridotto all’autoconservazione.
Una guida ai casi: l'”albero” degli scandali in circa 500 parole
Il tronco centrale dell’immagine che hai condiviso è quello che i media spagnoli chiamano “caso Koldo”, un’ampia indagine che nasce dall’arresto (febbraio 2024) di Koldo García, collaboratore dell’ex ministro dei Trasporti José Luis Ábalos. Da questo tronco si diramano diversi filoni d’indagine che interessano diversi tribunali.
(1) Appalti per le pandemie (“maschere”): Il primo e più leggibile ramo riguarda le presunte irregolarità negli appalti dell’era Covid: intermediari, commissioni e l’assegnazione di grandi contratti pubblici per le forniture mediche. Il racconto che hai fornito colloca Víctor de Aldama come figura chiave di intermediazione, con rivendicazioni di pagamenti e benefici legati all’accesso e ai contratti che coinvolgono le amministrazioni dell’orbita socialista. L’aspetto politico è che le condizioni di emergenza sono diventate, presumibilmente, un’opportunità per monetizzare rapidamente gli acquisti dello Stato.
(2) Appalti di lavori pubblici (Acciona-Servinabar): Un secondo ramo si espande dalle maschere alle infrastrutture. Un rapporto della Guardia Civil (UCO), come descritto, avrebbe posto Santos Cerdán al centro di uno schema che prevedeva l’assegnazione di appalti per lavori pubblici dall’ecosistema del ministero dei Trasporti. Servinabar, una piccola azienda, viene dipinta come un veicolo per incanalare le commissioni e collaborare con aziende più grandi, come Acciona, che appare come il nome più importante. L’accusa non è semplicemente di corruzione, ma di aver replicato un modello: dalla Navarra al livello nazionale, una volta che la rete ha avuto accesso allo Stato.
(3) Pagamenti in contanti del partito (“buste”): Un terzo ramo riguarda le presunte pratiche di spesa in contanti all’interno del PSOE e le discrepanze tra gli importi dichiarati e le comunicazioni interne. Il significato è evidente: si passa dalle transazioni corrotte alla questione della cultura e dei controlli sul finanziamento dei partiti, sollevando sospetti sul modo in cui il denaro viene registrato, giustificato o potenzialmente riciclato attraverso le spese.
(4) Nomine e contratti del ministero dei Trasporti: Un filone correlato, gestito più lentamente, viene descritto come incentrato su funzionari secondari ed enti pubblici (ad esempio, ADIF, nomine e decisioni di appalto presumibilmente influenzate dai canali ministeriali). Questo aspetto è importante perché inquadra la corruzione meno come un furto isolato e più come un controllo dell’apparato amministrativo.
Accanto a questo troncone, altre due importanti storie intensificano la tesi dello “Stato catturato”. Uno è il caso degli idrocarburi, descritto come un’indagine separata sulla frode dell’IVA nel settore dei carburanti, che tocca ancora una volta lo stesso mondo di intermediari e sostiene l’esistenza di un’influenza politica nella concessione di licenze o nei risultati amministrativi, con commissioni e regali che sarebbero circolati. L’altro è il caso Begoña Gómez, un’indagine giudiziaria su presunte influenze e reati di corruzione legati alle attività professionali della moglie del Primo Ministro e al presunto utilizzo di risorse pubbliche per progetti privati.
Infine, arriva la dimensione più corrosiva dal punto di vista istituzionale: le presunte operazioni di “piombatura” intorno a Leire Díez, descritte come tentativi di raccogliere materiale compromettente contro gli investigatori e di scambiare l’accesso o i favori con l’aiuto di personaggi e procuratori dell’UCO. Se si aggiungono il caso del “fratello di Badajoz” (presunta nomina irregolare/patrimonio di David Sánchez), la controversia sul Procuratore Generale dello Stato e l’indagine Plus Ultra (politiche di salvataggio che si intersecano con le denunce di flussi opachi legati all’estero), il quadro generale non è più confuso. Si tratta di un sistema: appalti, contratti, clientelismo e pressioni contro il controllo.
Il danno silenzioso: la paralisi strategica
Le conseguenze più gravi non sono solo legali. Sono anche geopolitiche. La Spagna, in virtù della sua storia, della sua lingua e del suo capitale culturale, dovrebbe essere un attore europeo centrale in America Latina e una voce credibile sul Venezuela. Un governo consumato dallo scandalo non ha l’autorità per guidare all’estero. Mentre altri Stati europei assumono posizioni più decise contro il radicamento autoritario e l’influenza ostile nell’emisfero occidentale, Madrid diventa strategicamente irrilevante.
Questa non è neutralità. È un’abdicazione e un costo opportunità per la Spagna e per l’Europa.
Il doppio standard dell’Europa
L’Unione Europea non può esercitare una polizia credibile sullo stato di diritto in modo selettivo. Se le istituzioni europee fanno la morale ad alcuni governi e ne assecondano altri per ragioni di convenienza politica, indeboliscono le stesse norme che pretendono di difendere. Lo stress test istituzionale della Spagna dovrebbe essere importante per Bruxelles proprio perché riguarda un importante Stato membro.
Conclusione: L’Europa non può permettersi una Spagna paralizzata
Una Spagna governata per la sopravvivenza di una cerchia ristretta non è solo un problema interno. È un problema europeo: strategicamente assente, moralmente compromesso e istituzionalmente degradato. L’Europa dovrebbe pretendere di meglio e la Spagna merita molto di più di un governo intrappolato nella sua stessa rete.