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Ecobonus: una misura per la sostenibilità ecologica e sociale

Energia - Giugno 1, 2024

Mancano solo due settimane alla tornata elettorale che andrà a ridefinire l’assetto del Parlamento Europeo. Tra i numerosi temi presi in esame dalle varie fazioni politiche nazionali e internazionali durante la campagna elettorale vi è quello della transizione ecologica. Come è noto, sono stati fissati degli obiettivi da raggiungere per quel che riguarda, ad esempio, il taglio delle emissioni CO2, con il Parlamento EU che ha posto il 2050 come anno limite per arrivare a quota zero emissioni. Un progetto ambizioso che alcuni Paesi membri, tra cui l’Italia, stentano a concepire come realizzabile per diverse ragioni che riguardano il mercato di riferimento, ma anche la strutturazione logistica di un piano che consenta il conseguimento dello scopo senza danni collaterali per la popolazione (in termini economici e di occupazione, ma non solo).

Fratelli d’Italia, il partito guidato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel proprio programma inerente alle elezioni europee di giugno spiega che è importante guardare alla questione ambientale con attenzione e oculatezza senza lasciare che le “eco-follie” prendano il sopravvento. E sul settore automotive, ad esempio, propone la cancellazione del blocco “alla produzione di auto a motore endotermico dal 2035” e di rilanciare il settore basandosi sul “principio di neutralità tecnologica, investendo su tutti i carburanti alternativi e non soltanto sull’elettrico, e sviluppare la filiera dei biocarburanti tutelando le imprese”. Altresì, FdI intende “Sostenere la decarbonizzazione delle diverse modalità di trasporto e investire sulla mobilità urbana sostenibile”.

Ad oggi, in Italia, passi in direzione di una mobilità meno inquinante si muovono attraverso misure come l’Ecobonus, ormai ufficiale con la pubblicazione del DPCM in Gazzetta Ufficiale (25 maggio 2024).

 

Ecobonus, Urso: ‘Un piano anche per la sostenibilità sociale’

L’Ecobonus, così come spiega il Ministero delle Imprese e del Made in Italy – promotore della misura – ha il compito di andare a rimodulare gli incentivi utili ai cittadini per l’acquisto di vetture che siano a basse emissioni inquinanti.

Il dicastero guidato da Adolfo Urso sintetizza il contenuto partendo da un dato interessante che riguarda le risorse messe a disposizione: 950 milioni di euro. La cifra andrà così ripartita: 793 milioni per le auto; 35 milioni per ciclomotori, motocicli, quadricicli; 53 milioni per i veicoli commerciali leggeri; 20 milioni per l’usato di auto; infine, 50 milioni per un programma sperimentale di noleggio a lungo termine.

All’acquisto dei veicoli va addizionato quello delle infrastrutture di ricarica, come ad esempio le colonnine per le auto elettriche. Anche questo aspetto fa parte del programma redatto dal Ministero per rilanciare il comparto.

“Questo nuovo Piano degli incentivi per il settore automotive – ha spiegato in proposito Urso – poggia su tre pilastri: lo svecchiamento del parco auto italiano, uno dei più vecchi in Europa; il sostegno alla domanda delle persone con redditi più bassi; il rilancio della produzione di veicoli in Italia. Questo approccio si basa sulla convinzione che sia necessario un profondo cambiamento di rotta rispetto agli anni precedenti”. Contestualmente, ha anche riferito che la misura intende puntare alla sostenibilità ecologica, ma anche a quella sociale considerando che il piano pone particolari attenzioni verso le famiglie che possiedono un reddito più basso.

In cosa consiste la misura?

Tra le numerose novità inserite nella misura 2024 (già quindi attivata negli anni precedenti) sono previste importanti agevolazioni per l’acquisto di auto che montano alimentazioni meno inquinanti (elettriche, ibride plug-in e a motore termico con un livello di emissioni di CO2 fino a 135 gr/km).

Si chiarisce nel documento che le vetture considerate, guardando al listino prezzi (IVA esclusa), non devono avere un costo superiore ai 35 mila euro per fasce 0-20 g/km (elettriche) e 61-135 g/km (termiche), e ai 45 mila euro per la fascia 21-60 g/km (ibride plug-in). Va inoltre aggiunto che il massimo contributo raggiungibile è di 13.750 euro purché l’ISEE dell’acquirente sia inferiore a 30 mila euro. Coloro che invece contano un ISEE maggiore di 30 mila euro possono arrivare a ottenere un incentivo di massimo 9 mila euro.

Lo scopo primario della misura è fare in modo che gli automobilisti procedano con la rottamazione di quelli che sono ritenuti i veicoli più inquinanti (pertanto Euro 0, 1, 2 e 3 – vale a dire il 25% dei mezzi in circolazione in Italia). Quindi, è stato ipotizzato “un contributo fino a 2.000 euro per l’acquisto di veicoli usati di classe Euro 6 (con emissioni fino a 160 g/km CO2,) a fronte della rottamazione di un’auto fino ad Euro 4”.

Il processo di modernizzazione e avanzamento sul tema della mobilità ecologica non viaggia per tutti i Paesi alla stessa velocità, considerando anche l’inflazione e contestualmente la perdita del potere di acquisto da parte dei cittadini. Tuttavia, il Governo targato Meloni impegna risorse per accelerare verso una transizione adeguata alle necessità del Paese; la misura in oggetto, come si è visto, si basa proprio su questo principio di avanzamento riflessivo e prudente.