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Impatto dei compiti a casa sulla formazione e sul benessere degli studenti in Italia e in Europa

Cultura - Marzo 29, 2024

In Europa la media è di 6,5 e c’è un progetto per eliminarli.

Nella discussione sull’istruzione e i compiti a casa, l’Italia emerge come un caso di studio significativo, con dati che indicano una media di 11 ore settimanali per gli studenti delle scuole secondarie, significativamente superiore alla media europea di 6,5 ore. Questo fenomeno suscita interesse e preoccupazione non solo a livello nazionale, ma anche internazionale, con una serie di studi e progetti che mirano a comprendere l’impatto dei compiti a casa sull’apprendimento degli studenti e a delineare nuove strategie educative. L’analisi dei dati, compresi quelli raccolti da OCSE-PISA nel 2018, evidenzia come i giovani italiani dedichino una quantità significativa di tempo ai compiti a casa, soprattutto nelle scuole medie e superiori. Questi dati, uniti alla classificazione relativamente bassa del sistema educativo italiano secondo la Pearson review, sollevano dubbi sull’efficacia e l’equità del sistema.

Rispetto agli altri Paesi europei, è evidente una varietà di approcci, che vanno dalla riduzione dei compiti a casa in Paesi come Danimarca, Finlandia e Svezia, alla loro completa eliminazione in Bulgaria, Romania, Lettonia e Danimarca. Anche la Francia, pur avendo una presenza significativa di compiti a casa, è al di sotto della media italiana. Oltre all’Europa, paesi come Brasile, Argentina, Giappone e Regno Unito dedicano meno tempo ai compiti a casa rispetto all’Italia. Ci sono diverse ragioni pedagogiche che sostengono la riduzione o l’eliminazione dei compiti a casa. In primo luogo, il tempo trascorso a casa dovrebbe essere dedicato al riposo e al relax, che è fondamentale per lo sviluppo generale degli studenti; in secondo luogo, i compiti a casa possono esacerbare le disuguaglianze, poiché non tutti gli studenti hanno le risorse o il sostegno necessari per completarli in modo efficace.

L’eliminazione dei compiti a casa potrebbe portare a una maggiore equità nel sistema educativo, consentendo agli studenti di trascorrere più tempo a scuola impegnandosi in attività pratiche, collaborative e interattive. Questo approccio promuove l’apprendimento attivo e l’acquisizione di soft skills fondamentali per il successo nel mondo moderno. Per attuare con successo una strategia di riduzione o eliminazione dei compiti a casa, è necessario un investimento in risorse educative aggiuntive, tra cui insegnanti ben formati, attrezzature didattiche moderne e spazi adeguati per l’apprendimento collaborativo. Inoltre, è importante coinvolgere attivamente gli studenti nel processo decisionale relativo alle attività educative, incoraggiandoli a partecipare alla progettazione del curriculum.

L’analisi delle pratiche educative in Paesi come la Finlandia, la Germania e la Spagna offre spunti interessanti per una revisione dei compiti a casa anche in Italia. In Finlandia, ad esempio, non esiste una regolamentazione rigida sui compiti a casa e l’equilibrio tra compiti scolastici e tempo libero degli studenti è fortemente promosso. Gli insegnanti finlandesi incoraggiano l’apprendimento attivo e l’esplorazione, riducendo così il ricorso ai compiti a casa. Anche in Germania e in Spagna esistono normative e linee guida che regolano la quantità e il tipo di compiti assegnati a casa, ponendo l’accento sull’equilibrio tra compiti scolastici e tempo libero degli studenti. L’approccio attivo degli insegnanti e il coinvolgimento dei genitori sono elementi chiave in questi contesti.

L’Unione Europea, pur non avendo normative specifiche sui compiti a casa, promuove politiche che influenzano indirettamente la pratica educativa, come la mobilità degli studenti, l’uso delle tecnologie digitali e l’inclusione. Iniziative come il Monitoraggio europeo dell’istruzione e la Strategia Europa 2020 forniscono un quadro per migliorare la qualità dell’istruzione e promuovere un apprendimento più attivo e inclusivo. L’analisi dell’impatto dei compiti a casa sull’istruzione e sul benessere degli studenti richiede un approccio olistico e un impegno comune per trovare soluzioni innovative ed equilibrate. L’adozione di pratiche educative basate sull’apprendimento attivo e collaborativo durante l’orario scolastico potrebbe contribuire a migliorare il benessere degli studenti, riducendo le disuguaglianze e preparandoli meglio alle sfide del futuro.La qualità culturale di una nazione richiede approcci moderni e all’avanguardia su temi apparentemente insignificanti come i compiti a casa, ma che possono rivelarsi fondamentali nel panorama comunitario europeo.