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La resa non è pace. La libertà non è gratis

Politica - Febbraio 25, 2024

“La libertà non è mai gratuita. È un diritto che va difeso con coraggio e determinazione”. Queste le parole del presidente del G7, Giorgia Meloni, durante l’incontro di ieri a Kiev, rinnovando il sostegno alla causa ucraina.

Due anni dopo l’inizio del conflitto russo-ucraino, il Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha voluto organizzare a Kiev una delle prime riunioni del G7 sotto la Presidenza italiana. Un luogo pieno di significato, per l’Europa ma anche per il mondo intero. Scenari di devastazione di una guerra che ancora oggi, dal 24 febbraio 2022, continua a vedere contrapposti due mondi: da una parte il mondo libero, che combatte per difendere il rispetto del diritto internazionale e della libertà, dall’altra chi vorrebbe sopraffare i più deboli con la forza.

Era il 24 febbraio 2022 quando il presidente russo Vladimir Putin annunciò l’inizio di quella che tentò di chiamare “operazione militare speciale” in Ucraina, che invece fu una vera e propria invasione su larga scala del territorio ucraino. Un evento che ha inevitabilmente segnato una svolta nella politica internazionale. Passarono alcune settimane prima che il popolo ucraino iniziasse la sua controffensiva contro la Russia. Un'”operazione” che, secondo le previsioni – o forse le intenzioni – del Cremlino avrebbe dovuto concludersi in breve tempo, una guerra lampo. Tuttavia, quest’ultima ipotesi è svanita nel giro di pochi giorni.

Le implicazioni socio-politiche ed economiche di questo conflitto hanno avuto un impatto dirompente non solo sull’Ucraina, ma anche sull’Italia e sull’intera Unione Europea. L’Ucraina, una nazione che lotta per la propria libertà, dignità e sovranità, ha subito le conseguenze più dirette del conflitto. Una guerra che ha comportato e sta comportando un costo enorme, sia in termini di vite umane (non è facile verificare le stime che arrivano sul numero dei caduti nel conflitto che possono variare sensibilmente a seconda delle fonti. Secondo quanto riportato recentemente dal Wall Street Journal e dal New York Times, sulla base di valutazioni effettuate dall’intelligence americana, si potrebbe stimare che circa 315 mila soldati russi siano stati feriti o uccisi dall’inizio dell’invasione; sul fronte ucraino, invece, il generale americano Mark Milley stima il numero di uccisi in circa 100 mila soldati ucraini e 40 mila civili coinvolti nel conflitto) sia a livello sociale ma anche economico. Su quest’ultimo aspetto, l’Ucraina, già in condizioni di particolare fragilità, ha registrato un ulteriore indebolimento. Tuttavia, la resistenza del popolo ucraino ha dimostrato al mondo la forza della sua determinazione e del suo amore per la libertà e la propria terra.

Il ruolo del Presidente Zelensky

In questi due anni di guerra, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha svolto un ruolo cruciale che ha permesso alla sua nazione di essere presente e protagonista nei principali contesti internazionali alla presenza e al fianco delle più grandi potenze mondiali. Certo, le difficoltà incontrate in questo periodo sono state molte, ma il Presidente Zelensky ha continuato con determinazione a sostenere la sua causa e a guidare il popolo ucraino.

La risposta internazionale: UE e USA

Una causa che ha trovato subito un forte alleato nella comunità occidentale. In particolare, gli Stati Uniti d’America e l’Unione Europea hanno svolto un ruolo fondamentale nel sostenere il popolo ucraino durante questo conflitto. Secondo l’Istituto di Kiel per l’economia mondiale, gli Stati Uniti hanno già fornito 71 miliardi di dollari a sostegno dell’Ucraina, mentre gli Stati appartenenti all’Unione Europea hanno fornito oltre 60 miliardi di dollari. Un sostegno che si è concretizzato non solo in termini meramente economici, ma anche attraverso l’invito a fornire aiuti militari. L’Unione Europea, in particolare, ha intensificato il suo sostegno politico, umanitario e finanziario con uno sguardo rivolto al futuro, con la ricostruzione del territorio ucraino e del tessuto sociale non appena il conflitto sarà terminato. Proprio nell’ultimo mese, il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sul fondo di 50 miliardi per finanziare l’Ucraina nei prossimi 4 anni. È stato il Presidente Charles Michel a dare l’annuncio poco dopo l’inizio del Consiglio.

Sanzioni contro la Russia

Contemporaneamente al sostegno diretto all’Ucraina, l’Unione Europea ha imposto pesanti sanzioni alla Russia, volte a limitare gli scambi commerciali e a ridurre la fornitura di risorse e materie prime alla Russia, con il chiaro intento di minare la stabilità economica del Paese e compromettere così i piani di guerra del Cremlino. Tuttavia, come previsto, le ripercussioni economiche sono state tangibili anche per molte nazioni europee. L’Italia, tra l’altro, dipendeva in larga misura dal gas naturale russo, il che ha portato a un’inevitabile e drammatica crescita dei costi di approvvigionamento energetico. In breve, il conflitto ha posto i governi europei di fronte a una sfida significativa: bilanciare il fabbisogno energetico con l’importanza fondamentale di sostenere e appoggiare l’Ucraina di fronte all’oppressore e invasore russo.

Il contesto attuale: resistenza e sguardo al futuro

Dopo due anni di conflitto, la situazione in Ucraina rimane tesa perché il popolo ucraino continua a resistere, con un ampio sostegno internazionale. Proprio per tenere accesi i riflettori e confermare questo sostegno ieri, nel secondo anniversario dell’attentato, i leader del G7 si sono riuniti a Kiev, sotto la presidenza italiana.

Il vertice del G7

Alla riunione, presieduta dal Presidente Meloni, hanno partecipato il Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il Primo Ministro canadese Justin Trudeau, il Primo Ministro belga Alexander De Croo, che detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’UE, nonché Biden, Presidente degli Stati Uniti d’America, Sunak, Primo Ministro britannico, Scholz, Cancelliere federale della Germania, e Kishida, Primo Ministro giapponese. Solo il Presidente francese Emmanuel Macron era assente, impegnato in una “giornata difficile” – come ha descritto la Presidente Meloni, assicurando che la sua assenza era stata giustificata e comunicata in anticipo.

Accordo bilaterale Italia – Ucraina

Durante il vertice, il Presidente Zelensky e il Presidente italiano Giorgia Meloni hanno firmato un accordo di cooperazione bilaterale in materia di sicurezza tra le due Nazioni. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani (FI) lo aveva già annunciato durante la sua adozione alle Commissioni congiunte Esteri e Difesa del Parlamento italiano: “Ho ritenuto importante e urgente riferirvi del negoziato con le autorità ucraine per la firma di un accordo di cooperazione bilaterale di sicurezza, che il Presidente del Consiglio si appresta a firmare. Ritengo doveroso anticipare al Parlamento i contenuti e gli aspetti qualificanti delle discussioni in corso, che speriamo di poter portare a compimento nei prossimi giorni”.

Tuttavia, dall’accordo non deriveranno impegni o obblighi a livello di diritto internazionale o finanziario, pertanto non sarà necessaria alcuna ratifica parlamentare. Un accordo, quello tra Italia e Ucraina, afferma e stabilisce una solida base per una partnership a lungo termine incentrata su molteplici punti e obiettivi. Dalla collaborazione militare a quella economica e militare; dal rafforzamento della sicurezza alla cooperazione in materia informatica e di intelligence; dall’impegno nel sostegno umanitario e nella ricostruzione alla cooperazione volta a garantire la sicurezza alimentare ed energetica dell’Ucraina.

Le conclusioni del Vertice

Zelensky auspica che “il 2024 sia l’anno decisivo per la sicurezza a lungo termine”, mentre i leader del G7 nelle conclusioni dichiarano: “Chiediamo alla Russia di cessare immediatamente e completamente la sua guerra di aggressione e di ritirare incondizionatamente le sue forze militari dal territorio riconosciuto internazionalmente come appartenente all’Ucraina”. L’obiettivo è quello di raggiungere una “pace globale, giusta e duratura, coerente con i principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale e rispettosa della sovranità e del territorio dell’Ucraina”.

Un momento di significativa solidarietà in cui tutti i leader hanno ribadito il loro “incrollabile sostegno all’Ucraina”, con i 50 miliardi dell’UE, l’intervento del Giappone a sostegno del bilancio pubblico ucraino, i nuovi finanziamenti del Canada e l’impegno collettivo a sostenere l’economia ucraina e a colmare il restante deficit di bilancio nazionale per il 2024.
Mentre la guerra continua, il mondo guarda con speranza a una risoluzione del conflitto.