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L’intelligenza artificiale sarà parte integrante del sistema fiscale italiano

Commercio ed Economia - Aprile 3, 2024

La revisione del sistema fiscale sarà più efficiente grazie alle nuove tecnologie

L’integrazione dell’intelligenza artificiale (AI) nel sistema fiscale italiano rappresenta un passo significativo verso una revisione più efficiente e moderna delle politiche finanziarie nazionali. La recente legge delega per la revisione del sistema fiscale (Legge 9 agosto 2023, n. 111) ha posto le basi per l’utilizzo dell’IA al fine di ottimizzare il controllo fiscale e combattere l’evasione fiscale. Sebbene i dettagli sull’attuazione pratica siano ancora da definire, l’IA promette di rivoluzionare l’accertamento fiscale, migliorando l’efficienza, la trasparenza e la protezione dei dati personali.

Questo progetto rappresenta un passo significativo nell’evoluzione del sistema fiscale italiano, che ha già visto i primi sforzi verso la digitalizzazione e la semplificazione, come dimostra l’applicazione VeRa utilizzata dall’Agenzia delle Entrate per l’analisi del rischio di evasione. Tuttavia, la vera forza innovativa della legge delega risiede nel riconoscimento dell’IA come parte integrante della riforma del sistema fiscale. Attualmente, i decreti attuativi non forniscono indicazioni specifiche sull’uso dell’IA nel controllo e nella riscossione delle imposte. Tuttavia, il recente Accordo Triennale tra il Ministero dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate sottolinea l’impegno dell’Agenzia ad applicare tecnologie come l’IA per rafforzare i controlli fiscali e migliorare l’efficacia della riscossione.

È importante sottolineare che le basi per l’utilizzo dell’IA da parte dell’Agenzia delle Entrate sono già state gettate in passato, con la Legge di Bilancio 2020 che ha consentito l’utilizzo di tecnologie avanzate per l’analisi del rischio fiscale. L’implementazione di strumenti come VeRa ha dimostrato l’efficacia di tali approcci nell’identificare i potenziali evasori e nell’incentivare la compliance spontanea. Le risorse finanziarie necessarie per creare il “sistema fiscale 4.0” sembrano essere già disponibili grazie agli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Inoltre, la recente direttiva dell’Agenzia delle Entrate indica un chiaro impegno a utilizzare l’IA per migliorare l’analisi dei rischi e combattere le frodi fiscali.

Per comprendere appieno le potenzialità dell’IA nel sistema fiscale italiano, è utile scomporre le diverse fasi dell’accertamento fiscale e individuare le aree in cui i sistemi tecnologici avanzati possono intervenire. Dalla raccolta dei dati all’incasso, l’IA può svolgere un ruolo fondamentale nel migliorare l’efficienza e l’accuratezza delle operazioni fiscali. Ad esempio, gli algoritmi di apprendimento automatico possono analizzare grandi quantità di dati per identificare attività sospette e prevedere il comportamento futuro dei contribuenti, consentendo di concentrare le risorse sui casi a maggior rischio di evasione fiscale. Durante le verifiche fiscali, l’IA può assistere gli ispettori nella ricerca e nell’analisi di documenti e transazioni rilevanti, riducendo gli errori umani nei calcoli fiscali. Nel processo di riscossione, l’intelligenza artificiale può automatizzare i processi manuali e gestire le comunicazioni con i contribuenti, creando piani di pagamento personalizzati. Tuttavia, è essenziale garantire un equilibrio tra l’efficacia della tecnologia e la protezione dei dati personali e la sensibilità delle questioni fiscali.

Se da un lato l’integrazione dell’IA nel sistema fiscale italiano rappresenta un’opportunità significativa per migliorare l’efficienza e la trasparenza del sistema, dall’altro è essenziale affrontare le sfide legate alla privacy dei dati e garantire che l’IA sia utilizzata in modo etico e responsabile. Solo attraverso un approccio equilibrato e consapevole l’IA può davvero contribuire a trasformare il sistema. L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) nel sistema fiscale italiano rappresenta un’area di trasformazione significativa che richiede un’analisi approfondita degli aspetti tecnici, normativi ed etici. La recente legge delega per la revisione del sistema fiscale italiano ha aperto le porte all’utilizzo dell’IA per ottimizzare i controlli fiscali e combattere l’evasione. Tuttavia, nonostante questa direzione promettente, la mancanza di dettagli nei decreti attuativi lascia ancora molte questioni aperte per quanto riguarda l’attuazione pratica di queste tecnologie e le garanzie per la protezione dei dati personali e dei diritti dei contribuenti.

Per comprendere appieno l’impatto dell’IA nel sistema fiscale italiano, è utile esaminare le esperienze di altri Paesi, come gli Stati Uniti, dove l’Internal Revenue Service (IRS) ha già avviato l’uso sistematico dell’IA per indagare sulle frodi. In questo contesto, l’IA si è dimostrata utile per individuare discrepanze tra le dichiarazioni dei redditi e i dati finanziari, segnalare potenziali casi di evasione fiscale e facilitare la comunicazione con i contribuenti. L’IA può migliorare l’efficienza dei controlli fiscali, ma è essenziale bilanciare questo vantaggio con la protezione della privacy e dei diritti dei contribuenti. Il Garante per la protezione dei dati personali ha già espresso preoccupazioni in merito alla privacy dei contribuenti e ha evidenziato la necessità di un ruolo attivo nel garantire che l’uso dell’IA nel sistema fiscale rispetti i principi di protezione dei dati personali.

Alessandro Fiorentino