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Dalla Convention Atreju: una visione di lungo periodo per lo Stato italiano

Costruire un’Europa conservatrice - Dicembre 21, 2025

Il discorso pronunciato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Convention Atreju di Fratelli d’Italia si è configurato come un intervento di natura programmatica e identitaria, volto a delineare una visione complessiva del ruolo dell’Italia nel contesto europeo e internazionale. La Premier ha inquadrato l’attuale fase politica come un’occasione storica per costruire un Paese capace di trasmettere credibilità, stabilità e prosperità alle generazioni future, ponendo al centro la responsabilità verso il popolo italiano e il recupero di una sovranità pienamente esercitata.

LA CREDIBILITÀ ECONOMICA E FINANZIARIA COME FONDAMENTO DELLA CRESCITA

Uno degli assi portanti del discorso è stato proprio il tema della credibilità nazionale. Meloni ha declinato la questione non solo nel senso del riconoscimento da parte di investitori, mercati finanziari e istituzioni internazionali, ma soprattutto come fiducia interna, testimoniata dalla crescente propensione degli italiani a investire nei Titoli di Stato. Tale credibilità, secondo la Premier, produce ricchezza concreta. Il riferimento all’innalzamento dei giudizi delle agenzie di rating, al ritorno dell’Italia in una “serie A” finanziaria e agli 80 miliardi di euro di investimenti attratti in tre anni attraverso accordi con Stati e grandi imprese è stato presentato come prova tangibile di un cambiamento strutturale.

STABILITÀ POLITICA E GESTIONE VIRTUOSA DI RISORSE PUBBLICHE E PNRR

Meloni ha sottolineato il nesso tra stabilità di governo e sostenibilità economica, richiamando il dato secondo cui l’instabilità politica del passato avrebbe generato un costo di 265 miliardi di euro in dieci anni. In contrapposizione, l’attuale esecutivo ha rivendicato il drastico calo dello spread, oggi ridotto a un terzo rispetto all’insediamento del Governo, e la diminuzione dei tassi sui titoli di Stato, con un conseguente risparmio di miliardi di euro in interessi da destinare alle politiche sociali e ai bisogni dei cittadini. Particolare enfasi è stata posta sulla gestione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’approvazione dell’ottava rata è stata indicata come il segno di una svolta storica: l’Italia, un tempo fanalino di coda nella spesa dei fondi europei, diventa capofila e modello di efficienza. Questo risultato contribuisce a modificare la percezione internazionale del Paese, smentendo le previsioni catastrofiche che avevano accompagnato l’ascesa al governo di Meloni. Le citazioni di testate come Financial Times, Bloomberg e Le Monde sono state utilizzate per certificare il mutamento del giudizio esterno.

POLITICA ESTERA, SICUREZZA E RAPPORTO CON GLI STATI UNITI

La Premier ha collocato l’Italia all’interno di un Occidente che deve affrontare nuove sfide geopolitiche. Di fronte all’ipotesi di un disimpegno statunitense dall’Europa, Meloni ha rivendicato la necessità di rafforzare la capacità di difesa europea, sostenendo la creazione di una colonna europea della NATO in un rapporto paritario con Washington. La libertà, afferma, ha un costo, ma è preferibile a una servitù comoda e condizionante. In questo quadro si inserisce il sostegno all’Ucraina contro l’aggressione russa, giustificato sia da ragioni etiche, sia dalla tutela dell’interesse nazionale e della sicurezza europea.

IL MEDITERRANEO, IL MEDIO ORIENTE E IL GOLFO COME ASSI STRATEGICI

L’Italia è stata descritta come protagonista nel Mediterraneo, area centrale per energia, commercio e gestione dei flussi migratori. Nel contesto della crisi di Gaza, il Governo ha rivendicato un ruolo di mediazione attiva, il dialogo con tutti gli attori coinvolti e un impegno umanitario, che ha reso l’Italia la prima nazione non islamica per aiuti inviati alla Striscia. Analoga centralità è stata attribuita al Golfo, con la partecipazione al vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo in Bahrein e la riaffermazione del principio secondo cui chi vive in Europa deve rispettarne leggi, tradizioni e costumi.

IDENTITÀ, SICUREZZA INTERNA E POLITICA MIGRATORIA

Il discorso ha affrontato esplicitamente il tema dell’identità nazionale e del contrasto al fondamentalismo islamico, richiamando la proposta di legge per vietare il velo integrale. Sul piano migratorio, Meloni ha rivendicato il cambiamento del paradigma europeo: dalle politiche dei porti aperti a una strategia basata su difesa dei confini, rimpatri, accordi con i Paesi di origine e transito, regolamentazione delle ONG e hotspot extra UE, incluso il protocollo Italia-Albania. I risultati già ottenuti, come la riduzione degli arrivi irregolari e l’aumento dei rimpatri, sono stati presentati come preludio a ulteriori miglioramenti.

UN’EUROPA REALISTA E NON IDEOLOGICA

In conclusione, la Presidente del Consiglio ha proposto un’Italia rispettata e influente in Europa, capace di guidare una revisione critica delle politiche comunitarie, in particolare in materia ambientale e industriale. La difesa delle imprese dalle derive ideologiche dell’ambientalismo radicale e la costruzione di maggioranze alternative nel Parlamento europeo, insieme ai Conservatori europei, completano una visione che rifiuta un’Europa burocratica e distante, rivendicando invece una civiltà viva, sovrana e consapevole della propria missione storica.