
I rifugiati ucraini sono diventati il centro dell’attenzione della nuova leadership di Varsavia. Il Presidente Karol Nawrocki mette la Polonia al primo posto, per questo ha proposto di limitare l’assistenza sociale per i rifugiati ucraini e di bloccare i finanziamenti per la rete Starlink utilizzata nel conflitto con la Russia.
La recente decisione del nuovo presidente polacco, Karol Nawrocki, di condizionare l’accesso dei rifugiati ucraini al sostegno finanziario e ai servizi medici pagati dal bilancio nazionale ha scatenato un intenso dibattito sia all’interno del paese che sulla scena europea. Il presidente conservatore, che si è insediato a giugno dopo una campagna elettorale caratterizzata da discorsi che annunciavano che avrebbe messo la Polonia al primo posto, ha dichiarato lunedì 25 agosto che intende limitare gli assegni familiari e l’assistenza medica per i cittadini ucraini che non lavorano in territorio polacco. Allo stesso tempo, Karol Nawrocki ha respinto una legge con cui il governo del primo ministro Donald Tusk voleva estendere il pagamento dell’abbonamento per la rete Starlink per l’Ucraina, una rete vitale utilizzata in particolare per l’uso dei droni da parte dell’esercito di Kiev nella guerra con la Russia.
Un cambio di tono rispetto alla politica precedente
Dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio del 2022, la Polonia è stata considerata uno dei più importanti alleati dell’Ucraina, sia attraverso il supporto militare che l’assistenza sociale per i milioni di persone che sono fuggite dalla guerra e si sono rifugiate in territorio polacco. Durante i tre anni di conflitto, le autorità di Varsavia hanno facilitato l’accesso a scuole, ospedali e programmi sociali per i rifugiati e inizialmente si è registrata un’impressionante ondata di solidarietà tra la popolazione. Tuttavia, dopo più di tre anni di conflitto, le cose sono cambiate. La stanchezza generata dall’alto numero di ucraini stabilitisi in Polonia, almeno 1,5 milioni secondo le stime ufficiali, ha iniziato a farsi sentire tra i cittadini comuni e la retorica nazionalista ha guadagnato sempre più presa sul pubblico. Durante la campagna elettorale, Nawrocki ha promesso di “mettere la Polonia al primo posto”, una frase che è diventata il suo leitmotiv e ha convinto una parte significativa dell’elettorato conservatore a votare per lui. La nuova linea politica contrasta nettamente con quella dell’ex presidente Andrzej Duda che, pur provenendo dallo stesso background ideologico, era molto più esplicito nel suo sostegno a Kiev ed evitava di condizionare i benefici sociali per i rifugiati ucraini.
Le dichiarazioni di Nawrocki e i loro effetti immediati
“Credo che gli aiuti finanziari alle famiglie debbano essere destinati esclusivamente a coloro che lavorano e contribuiscono alla nostra economia. Non possiamo mantenere un sistema che offre benefici illimitati a persone che non fanno alcuno sforzo per integrarsi”, ha dichiarato Nawrocki durante una conferenza stampa.
Secondo i piani del nuovo presidente polacco, solo gli ucraini che lavorano avrebbero diritto agli assegni familiari e a un accesso esteso al sistema sanitario polacco. Attualmente, le famiglie ucraine che iscrivono i propri figli alle scuole polacche possono ricevere un assegno mensile di 800 zloty (circa 219 dollari) per ciascun figlio. Questa misura, adottata nel 2022 dal governo polacco, aveva lo scopo di incoraggiare l’integrazione dei minori ucraini nel sistema scolastico e di fornire una minima sicurezza finanziaria ai rifugiati. La limitazione proposta dal Presidente Nawrocki ridurrebbe significativamente il numero dei beneficiari. Il Ministero degli Esteri ucraino non ha commentato ufficialmente l’iniziativa di Nawrocki, ma fonti diplomatiche citate dalla stampa di Kiev hanno ipotizzato che la misura potrebbe mettere ulteriormente a dura prova le relazioni bilaterali, già segnate da disaccordi storici come i massacri in Volhynia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Blocco del pagamento dell’abbonamento a Starlink, una nuova fonte di conflitto diplomatico tra Polonia e Ucraina
Mentre la riduzione delle indennità ha scatenato un acceso dibattito, la vera sorpresa è stata la decisione del Presidente Nawrocki di porre il veto a una legge che avrebbe garantito il finanziamento dell’accesso dell’Ucraina alla rete satellitare Starlink, di proprietà del miliardario americano Elon Musk. Il sistema di comunicazione sviluppato da SpaceX è diventato essenziale per l’esercito ucraino nel conflitto con la Federazione Russa. Grazie a decine di migliaia di terminali, la leadership di Kiev è stata in grado di mantenere i contatti tra le unità militari in prima linea, coordinare le operazioni e utilizzare i droni nonostante gli attacchi russi alle infrastrutture di telecomunicazione a terra, che sono state in gran parte distrutte. Entro aprile 2024, l’Ucraina aveva ricevuto oltre 50.000 terminali di questo tipo, finanziati da un mix di donazioni internazionali, acquisti propri e sostegno diretto da parte dei governi europei, tra cui la Polonia. Senza una proroga del pagamento dell’abbonamento, a partire dal 1° ottobre, il governo di Kiev rischia di perdere l’accesso alla rete Starlink, con gravi ripercussioni in prima linea. Un portavoce del Ministero degli Affari Digitali polacco ha spiegato che, con il veto presidenziale, “non c’è più una base legale per continuare a finanziare”. Tuttavia, la stessa fonte governativa ha affermato che il nuovo disegno di legge proposto dal presidente potrebbe includere nuovamente disposizioni relative al finanziamento degli abbonamenti alla rete Starlink, con la condizione principale che il Parlamento polacco adotti il nuovo disegno di legge proposto da Nawrocki.
Per chi non lo sapesse, Starlink è un’enorme costellazione di satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) gestita da SpaceX. La rete satellitare è stata progettata per offrire internet a banda larga a bassa latenza, anche in aree prive di infrastrutture terrestri. La rete ha continuato a espandersi nel 2025, con migliaia di satelliti attivi in orbita, rafforzando la copertura globale e la capacità totale del sistema. Starlink offre una copertura globale sia a terra che in mare, con piani fissi e mobili. Il sito web ufficiale dell’azienda consente agli utenti di verificare la disponibilità del servizio su una mappa e i piani “Global Priority” sono esplicitamente destinati all’uso in tutto il mondo e in mare. Nelle aree sensibili, l’accesso può essere georeferenziato/limitato a livello di politica di servizio. Ad esempio, la regione della Crimea è stata sottoposta a restrizioni. Le forze militari ucraine utilizzano ampiamente i terminali Starlink per i collegamenti dati tra i posti di comando, le unità in prima linea e i sensori (imaging, ricognizione), oltre che per il coordinamento in tempo reale delle azioni militari. L’importanza è diventata evidente quando un’interruzione globale di Starlink (luglio 2025) ha interrotto le comunicazioni militari ucraine e i feed video per circa 2 ore, causando il rinvio di alcune missioni. Si dice che le piattaforme ucraine come il Magura V5 siano dotate di terminali Starlink e che utilizzino il backhaul satellitare per la telemetria, la navigazione e il video nelle missioni di attacco e ricognizione a lungo raggio. Questo modello ha sostenuto il successo della campagna ucraina nell’area del Mar Nero. Per i multicotteri e le tattiche a corto raggio, il controllo diretto avviene solitamente via radio (non via satellite), ma Starlink viene utilizzato come “spina dorsale” di dati per i centri di comando mobili (ritorno del feed video, caricamento di coordinate/obiettivi, sincronizzazione delle unità). Le analisi di fonti indipendenti e i rapporti dei think tank evidenziano il ruolo di Starlink nel mantenere la ridondanza delle comunicazioni di fronte ai disturbi dell’esercito della Federazione Russa.
Una domanda sulla bocca di tutti: cosa potrebbe accadere se l’Ucraina perdesse l’accesso a Starlink?
Ebbene, senza backhaul satellitare, la coesione tra i livelli tattici e operativi (comando e controllo) scompare rapidamente e i feed video dei droni e delle squadre di ricognizione sono fortemente limitati. Ricordiamo ancora una volta l’incidente del luglio 2025, che ha dimostrato come anche un’interruzione di poche ore provochi interruzioni nelle azioni militari ucraine (missioni ritardate, ritorno a procedure degradate). Gli USV che utilizzano un elevato volume di dati bidirezionali (video, telemetria in tempo reale) avrebbero ridotto le prestazioni o sospeso le missioni fino a passare a soluzioni alternative, con una probabile diminuzione della portata e della precisione. Senza un robusto livello di comunicazioni satellitari, le unità di prima linea tornano ai collegamenti radio o alle reti terrestri improvvisate, che sono più esposte ai disturbi, hanno una latenza più elevata e una capacità ridotta, rallentando il ciclo “individuare-decidere-impegnarsi”. Senza la rete Starlink, potrebbe verificarsi un calo dell’efficienza dei droni, soprattutto per le operazioni oltre l’orizzonte/in profondità, e una diluizione del vantaggio informativo che ha permesso all’Ucraina di sincronizzare l’artiglieria con la ricognizione in tempo reale. Le analisi degli esperti di sicurezza e dei media hanno definito l’eventuale perdita di Starlink un “cambio di gioco” a favore della Russia. Se la Polonia smettesse di finanziare gli abbonamenti a Starlink, l’Ucraina sarebbe costretta ad accelerare la migrazione verso altri fornitori di comunicazioni satellitari (ad esempio, soluzioni europee o commerciali non SpaceX) e reti terrestri (microonde, 4G/5G tattico, radio mesh), ma nessuna di queste offre la stessa densità di terminali, la stessa larghezza di banda e la stessa bassa latenza su scala nazionale nel breve termine, soprattutto in prima linea. Senza Starlink, la velocità decisionale dell’esercito ucraino diminuirà e le sue capacità di attacco a lungo raggio diminuiranno. Le alternative esistono, ma non sono in grado di eguagliare rapidamente le dimensioni e le prestazioni della rete satellitare Starlink.
La rivalità tra Nawrocki e Tusk, l’impatto regionale e gli echi in Romania
La decisione non può essere compresa al di fuori del contesto politico interno. L’attuale governo, guidato dal liberale europeista Donald Tusk, è in aperto conflitto con il presidente Nawrocki. Mentre Tusk cerca di mantenere un equilibrio tra il sostegno all’Ucraina e la tutela degli interessi polacchi, Nawrocki assume una posizione più critica nei confronti di Kiev, più vicina all’elettorato conservatore. Il blocco della legge su Starlink e sull’assistenza sociale ha quindi anche una dimensione politica interna. I conservatori intorno al presidente vogliono dimostrare di poter imporre un’agenda nazionalista anche di fronte al governo liberale, il che preannuncia mesi di tensione istituzionale.
Le misure annunciate a Varsavia hanno avuto una rapida risonanza oltre confine. George Simion, leader del partito rumeno AUR, ha usato l’esempio del presidente polacco per criticare la situazione dei rifugiati ucraini in Romania. In un messaggio pubblicato sui social media, George Simion ha affermato che “i rumeni stanno diventando più poveri, mentre gli ucraini mantengono i loro privilegi e benefici sociali, grazie alla complicità dei partiti al governo”. Le sue dichiarazioni fanno parte di una retorica più ampia del partito AUR, che spesso promuove messaggi anti-immigrazione e nazionalisti. Di recente, un deputato del partito ha invitato i cittadini a rifiutare gli ordini delle aziende che assumono lavoratori stranieri, in particolare quelli provenienti dai paesi asiatici, generando aspre critiche e accuse di discriminazione da parte della società civile rumena.
Tra solidarietà con il popolo ucraino e nazionalismo
La situazione dei rifugiati ucraini in Polonia e in altri paesi dell’Unione Europea illustra il dilemma che i governi europei devono affrontare: come mantenere la solidarietà con le vittime di una guerra devastante senza alimentare il risentimento interno ed esercitare una pressione eccessiva sui sistemi sociali. In Polonia, dove la storia ha lasciato profonde cicatrici e dove la società è già polarizzata tra conservatori e liberali, le decisioni di Karol Nawrocki potrebbero ridefinire la direzione della politica estera e interna per gli anni a venire. Se le restrizioni proposte verranno attuate, potrebbero cambiare il modo in cui viene percepito il ruolo della Polonia come principale alleato dell’Ucraina. Allo stesso tempo, potrebbero alimentare la retorica populista in altri Paesi, tra cui la Romania, dove già se ne sentono gli echi. Le decisioni del nuovo presidente polacco segnano un visibile cambiamento di paradigma. Da Stato che ha assunto il ruolo di baluardo del sostegno a Kiev, la Polonia potrebbe diventare un Paese molto più riservato, preoccupato soprattutto delle proprie tensioni interne e della protezione delle proprie risorse nazionali e dei propri cittadini. In questo contesto, è probabile che le relazioni con l’Ucraina, ma anche con i partner europei, diventino sempre più complicate nel prossimo periodo.